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Metodo Montessori nell’Alzheimer – aggiornamento

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Tra i post più visionati del blog alfamag.it c’è quello relativo al metodo Montessori nelle persone con Alzheimer (link). Sebbene il metodo nasca in Italia agli inizi del Novecento ad opera della psichiatra Maria Montessori, l’applicazione del metodo agli anzini affetti da malattia di Alzheimer o patologie correlate è frutto degli studi del neuropsicologo americano Cameron Camp e viene utilizzato  in pazienti istituzionalizzati con disabilità cognitive allo scopo di riapprendere i gesti della vita quotidiana e per comunicareIl metodo Montessori  è un approccio innovativo alla cura della demenza che può essere adattato sia ai singoli individui che ai gruppi ed è una “filosofia di assistenza”. L’obiettivo il “fare”. Dal momento che la programmazione delle attività viene realizzata tenendo conto delle esigenze individuali, dei punti di forza, degli interessi e delle capacità, queste diventano significativi per ogni soggetto, offrendo loro la possibilità di godere di una migliore qualità di vita in ordine all’autonomia negli atti della vita quotidiana. Secondo questo metodo gli anziani disorientati non sono irrecuperabili. L’obiettivo terapeutico è la riduzione del  deficit cognitivo, fornendo soluzioni su misura per ogni persona.

Il criterio base relazionarsi, motivare, ricompensare (Relate, Motivate, Appreciate) richiede il rispetto di dodici principi:

  1. l’esercizio deve avere un senso ed uno scopo tali da catturare l’interesse della persona
  2. la persona va sempre invitata a partecipare
  3. dare sempre l’opportunità di poter scegliere
  4. parlare poco e mostrare molto
  5. considerare sempre le reali possibilità fisiche della persona
  6. adattarsi alla velocità della persona, meglio rallentare che correre
  7. utilizzare suggerimenti, indizi e modelli
  8. dare alla persona qualcosa da tenere
  9. iniziare dai compiti più semplici e continuare con quelli via via più difficili
  10. dividere i compiti in più momenti, renderli più semplici da eseguire
  11. al termine dell’esercizio chiedere “ti è piaciuto? vuo farlo ancora?”
  12. Nulla è esatto o sbagliato, conta solo l’impegno

Gli esercizi del metodo Montessori, in sintesi (consultabili al link) riguardano:

  • attività visive: ordinamento e sequenziamento, costruzione di un libro di ricordi, progettazione di puzzle, manifattura di accessori (borse, etc);
  • attività di ascolto: musica rilassante, sentire il ritmo, ballo, suono di strumenti, letture;
  • attività di contatto: sentire diversi materiali o forme, carezze, pescare oggetti, favorire esplorazione oggetti chiusi in borse, riordinare la biancheria;
  • attività olfattive:  preparare un caffè, mettere dei fiori in un vaso, coltivare erbe aromatiche, giardinaggio, aromaterapia;
  • attività gustative: preparare un’aranciata, assaggiare cibi, prendere un the, cucinare, governare un barbeque, mettere in ordine un piatto di frutta, dividere differenti tipi di pasta.

L’approccio è molto positivo. L’anziano con il metodo Montessori viene stimolato e sollecitato nella vita sociale, nel comportamento motorio, cognitivo ed emotivo intervenendo sulle abilità gestuale della vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, mangiare, etc). Ciò allo scopo di riattivare gli automatismi che utilizzano la memoria a lungo termine. In sintesi, si lavora su ciò che resta. In tal modo si aiuta la persona a riacquistare l’autonomia persa negli atti semplici della vita quotidiana, allo scopo di ripristinare la sua dignità e l’autostima.

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