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Io e il coronavirus (6) – quale futuro

Oggi, in libreria, uno scaffale pieno di agende, agendine, calendari da tavolo per l’anno 2021. Una profonda tristezza nel pensare che così come sono rimaste vuote tante pagine dell’anno in corso altrettante potranno restare tali nell’anno che verrà. Subito dopo i timori per la salute vengono quelli per la perdita di socialità che stiamo subendo. Le pagine vuote sono il nostro vuoto interiore, i giorni non vissuti, i rapporti interrotti, gli abbracci non dati. Comprendo quanti, angosciati dalla situazione, cercano spiegazioni e giustificazioni, purtroppo irrazionali, per evitare di cautelarsi. Purtroppo siamo in una situazione molto precaria e nessuno sa se e quando ne verremo fuori.

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie

e non siamo soldati. Piuttosto detenuti in attesa di giudizio da parte di un virus che colpisce in maniera imprevedibile.

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