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Burnout: la malattia degli operatori sanitari

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Burnout: un problema da non sottovalutare.

La sindrome da burnout è un problema di interesse sociale molto importante con una stima, negli Stati Uniti,  del 30% al 40%  di colpiti tra il personale sanitario. Molti aspetti della cura del paziente possono essere compromessi dal burnout. Quando il rapporto che le persone hanno con il proprio lavoro si deteriora le conseguenze sono catastrofiche sulle prestazioni lavorative, sulla qualità della vita lavorativa e sul benessere personale. I medici che hanno il burnout sono più propensi a commettere errori medici, ricevono i punteggi più bassi alle misurazioni di empatia, pianificano di andare in pensione presto e hanno una maggiore insoddisfazione per il lavoro. Questo è associato ad una ridotta soddisfazione del paziente circa le cure mediche e ad una ridotta aderenza del paziente ai piani di trattamento. Questi problemi sempre più richiedono un’attenzione crescente per una migliore comprensione delle cause di esaurimento e per lo sviluppo di soluzioni efficaci. Eventuali risposte efficaci a queste problematiche devono prevedere una rigorosa ricerca multisettoriale, di base ed applicata, mediante l’utilizzo di metodologie sia quantitative che qualitative. La storia della ricerca sul burnout ha assistito ad uno sviluppo notevole. Dagli studi originali, di oltre 30 anni fa, condotti principalmente da psicologi che si concentravano su una gamma più ristretta di occupazioni nei servizi alla persona alla situazione attuale dove i ricercatori provengono da una più ampia gamma di discipline e prospettive ed hanno esteso le ricerche a più tipi di lavoro e in molte nazioni al mondo come testimonia, tralaltro, il numero di pubblicazioni in materia che è aumentato drammaticamente. Attualmente ogni anno vengono pubblicati oltre 1000 articoli di giornale su qualche aspetto del burnout in oltre 100 riviste di tutto il mondo. Se questa, nel complesso, è una buona notizia va anche tenuto conto che nessuno di questi giornali ha un focus primario sulle esaurimento; anzi, è raro che uno di essi dedica anche solo il 10% delle loro pubblicazioni su questo argomento. Quindi, la cattiva notizia è che gli articoli sul burnout sono ampiamente diluiti nel contesto delle riviste in cui compaiono, e quindi tendono ad essere limitati ad una platea più ristretta. Una novità editoriale è rappresentata alla rivista Burnout Research (link) che si prefigge lo scopo di portare una maggiore integrazione e coerenza delle conoscenze nel campo del burnout, con possibilità di accesso più ampio e globale.

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