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Sussidarietà e città abitabile

 

E’ di scena oggi, a Novara, la presentazione del rapporto “sussidiarietà e … città abitabile”. La pubblicazione, edita dalla Fondazione Sussidarietà, descrive annualmente un aspetto della vita sociale, economica, o istituzionale del Paese analizzato secondo la particolare ottica della sussidiarietà. Nelle grandi città si concentrano le opportunità di sviluppo sociale ed economico che caratterizzano la modernità, come istruzione, lavoro e servizi per l’impresa, cultura, innovazione, relazioni con il resto del mondo; ma anche difficoltà nella vita quotidiana come scarsità di abitazioni a prezzi accessibili, grandi distanze, degrado degli spazi comuni, mancanza di spazi verdi e per l’aggregazione, inquinamento. Nel Rapporto si afferma che per rendere abitabile una città non bastano, per quanto necessari, gli interventi delle amministrazioni pubbliche e degli investitori privati: occorre anche l’iniziativa di quanti riconoscono un problema all’interno della città e “dal basso” si uniscono ad altri per organizzare un tentativo di risposta (sussidiarietà). Le analisi empiriche si sono concentrate su quattro aree attraverso le quali si snoda la vita quotidiana delle persone e che presentano un volto specialmente problematico nelle grandi città: casa, ambiente, trasporti e mobilità, tempo libero. All’interno di un dibattito articolato, il  Rapporto si caratterizza lungo due direzioni. Da una parte, assume la prospettiva di coloro che vivono quotidianamente nella città, focalizzandosi sulle esigenze delle persone e delle famiglie residenti. Dall’altra, illustra il contributo delle esperienze sussidiarie all’affronto dei problemi emergenti.
Tre le conclusioni di maggiore interesse dello studio:

  • le iniziative “dal basso” rispondono ai problemi urbani con servizi nuovi e di qualità;
  • esiste un circolo virtuoso tra capitale sociale e iniziativa “dal basso”;
  • il maggior grado di soddisfazione si verifica in presenza di una pluralità di attori (comunità locali, organizzazioni non profit, amministrazioni pubbliche

In Italia tre cittadini su dieci vivono nelle grandi regioni metropolitane che si sviluppano intorno a Milano, Roma, Napoli e Torino. E i Comuni sopra i 250 mila abitanti accolgono il 27% della popolazione. Qui un’abitazione costa in media più del doppio che nel resto del Paese, le strade sono più sporche, il traffico più intenso, l’aria più cattiva, la qualità del tempo libero peggiore. Ma i mali che affliggono i grandi centri abitati sembrano essere più sopportabili laddove l’intervento del terzo settore è più forte.
Ecco così che nella classifica sull’abitabilità Firenze è prima quanto a qualità dei servizi (edilizia popolare e verde pubblico in primis). La seguono Bologna (medaglia d’oro per trasporti e mobilità) e Torino (prima per attività e strutture del tempo libero). Verona si distingue per pulizia delle strade e gestione dei rifiuti. Fanalino di coda Palermo (maglia nera per i trasporti) e Napoli (bocciata in materia di rifiuti, verde pubblico e tempo libero). E complessivamente tre abitanti su quattro affermano che ricorrerebbero a iniziative del terzo settore per risolvere problemi di casa, verde pubblico e tempo libero. Due su tre per migliorare sul fronte rifiuti e trasporti. Come nei piccoli centri.

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