Pubblicato sul Journal of Alzheimer Disease un articolo (link) avente per oggetto l’analisi dello spessore corticale nella demenza frontotemporale, Mild Cognitive Impairment e malattia di Alzheimer. La metodica è stata proposta come una potenziale misura diagnostica nei disturbi della memoria. Nello studio pubblicato, retrospettivo, sono stati confrontati i valori di spessore corticale di 24 pazienti con demenza frontotemporale (FTD). 25 controlli sani, 45 soggetti sintomatici con stabile compromissione cognitiva lieve (MCI-S), 15 soggetti con progressivo deterioramento cognitivo lieve (MCI-P) e 36 pazienti con malattia di Alzheimer (AD). I pattern di assottigliamento regionale nei pazienti FTD rispetto ai controlli e anche dei pazienti MCI-S hanno mostrato quadri simili, assottigliamento bilaterale dei poli frontali e delle strutture del lobo temporale mediale, in particolare la parte anteriore di cingulum, uncus e giro paraippocampale. L’assottigliamento corticale è stata trovata anche sulle regioni di confine di lobi parietali e occipitali. Nel gruppo P-MCI rispetto al FTD, il trend di diradamento è stato osservato in piccole aree distinte dei lobi parietali e occipitali. I gruppi FTD e AD non differivano statisticamente, ma nelle persone con FTD è stata riscontrata una tendenza all’assottigliamento del giro del cingolo sinistro e delle circonvoluzioni occipito-temporali di sinistra, mentre nelle persone con AD prevalgono le alterazioni del parietale inferiore, occipitoparietali e pericalcarine, soprattutto a destra. Una corteccia più sottile correla co n una più lenta esecuzione del test esecutivo (Trail-Making A) nella FTD, mentre i test linguistici correlano, come prevedibile, con una corteccia più sottile nell’emisfero sinistro. La misura dello spessore corticale potrebbe essere uno strumento per rilevare minime variazioni di atrofia cerebrale nello screening delle demenze prima dello sviluppo delle atrofie diffuse o lobare.
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