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Medico al sud: c’è poco da stare allegri

medico al sud
Scrive Roberto Saviano nel suo articolo sull’Espresso “nella mia Napoli la bellezza acceca” (link). “Provate a essere medico a Napoli e in Campania, e poi confrontate le vostre esperienze di lavoro con quelle dei vostri colleghi al Nord. Provate ad ammalarvi a Napoli, ad ammalarvi seriamente. Finirete, se ne avete le possibilità, per diventare pendolari. Finirete per farvi curare altrove e non certo per incapacità del personale medico – veri e propri eroi! – ma per la disorganizzazione delle strutture, perché i reparti sono sotto dimensionati e oberati di lavoro”. In generale l’opinione comune è quella del medico benestante che “può pagare”. Ma quanti sanno che il contratto è bloccato da anni, il carico fiscale aumenta sempre di più, la capacità di acquisto si riduce in maniera esponenziale. Per non dire di quanti, monoreddito, con moglie e figli a carico, mutuo e, se separati, alimenti da passare. E non so fino a che punto è saggio continuare nel malcostume dell’ALPI che assicura si la copertura di una casella nei turni di questo o quel reparto, servizio od ospedale ed un forte recupero in termini di reddito di tanti colleghi ma comporta un sovraccarico che, tralaltro, è stato già sanzionato dalla Comunità Europea per il mancato rispetto dei riposi. E’ un dato di fatto che infortuni, errori, malattie degli operatori aumentano di pari passo con lo stress. Che poi le cose non funzionino viene dimostrato anche dai dati ministeriali relativi ai LEA e dalla rendicontazione economica che ha si portato al pareggio di bilancio ma ha impoverito l’assistenza sanitaria. Le prospettive per il futuro non sono proprio rosee e non tanto per incapacità operative ma soprattutto per deficienze organizzative e povertà di risorse. Infine il blocco del turnover. Incontro spesso giovani specializzandi o neo specialisti che paventano i ritardi cronici del loro inserimento nel mondo lavorativo e attendono il nostro pensionamento, quasi fossimo noi i responsabili della loro situazione. E’ una strana sensazione, per quanti di noi, la marea dei nati negli anni ’50, vorrebbero il supporto e il sostegno di queste energie fresche, pronti a lasciar loro anche oggi le nostre incombenze. Medico al sud, sembra quasi una sciagura.

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