In apparenza l’Alzheimer colpisce le donne più che gli uomini ma il dato è viziato dal fatto che le donne invecchiano più degli uomini quindi in termini assoluti sembrerebbe che la malattia sia prevalente in loro. Non solo, se gli uomini più spesso hanno nella compagna il loro caregiver le donne spesso si trovano nella condizione di non poter ricevere le stesse cure ed attenzioni dei loro compagni di vita. Altre differenze sono di ordine più strettamente biologico, quali i diversi assetti ormonali. A questo proposito sono noti gli effetti benefici degli estrogeni su migliore funzionalità delle sinapsi, aumento del flusso ematico cerebrale e metabolismo del glucosio, aumentata attività dell’enzima colina acetiltransferasi, riduzione del deposito di beta-amiloide, prevenzione del danno mitocondriale. Altre differenze tra uomini e donne riguardano anche le manifestazioni della malattia. Infatti gli uomini con Alzheimer presentano maggiore aggressività, preoccupazione per le funzioni corporee e apatia; mentre le donne mostrano un comportamento più solitario, labilità emotiva, attaccamento e rifiuto di aiuto.
Infine non meno importante il ruolo del Caregiver. Tre caregiver su cinque sono donne il che significa che milioni di donnw forniscono assistenza gratuita alle persone persona con demenza. L’impatto sulla vita di questi caregivers è straordinariamente stressante. Un sondaggio del 2010 condotto in America ha mostrato che quasi la metà dei caregivers ha uno stress di massimo grado. Molti caregivers sono costretti a prendere un periodo di aspettativa da un lavoro retribuito o a rinunciare del tutto al lavoro. La maggior parte dei caregivers ha meno tempo per i propri amici e familiare. Anche se questo tipo di assistenza può avere aspetti positivi, le donne che assumono questo ruolo spesso lo hanno fatto per la loro promessa di tenere un parente o un amico fuori da un’istituzione o per evitare i costi proibitivi associati con altre opzioni. Ma la cura di una demenza, rispetto a caregiving per altre malattie o disabilità, è una forma particolarmente esigente. Sono necessarie almeno 24 ore di assistenza alla settimana, significativamente più ore rispetto ad altri tipi di operatori sanitari. Più della metà dei caregivers ha riferito che devono mantenere una vigilanza 24 ore al giorno per cui diversi programmi di assistenza sono concentrati sui bisogni dei caregivers, affrontando questioni cruciali come la cura di sé, la depressione e i sintomi comportamentali associati alla demenza. E’ evidente che le esigenze specifiche delle donne sono tra le questioni importanti che richiedono maggiore attenzione. Ulteriori indagini, è chiaramente necessario in una serie di settori, tra cui gli effetti della terapia ormonale sostitutiva per la salute del cervello, biomarcatori biologici, fattori di rischio genetici e una migliore individuazione dei soggetti a rischio per l’AD, per citarne alcuni. Inoltre, per migliorare la vita delle donne affette da Alzheimer, sarà fondamentale avere un maggiore sostegno per i caregiver, lo sviluppo di nuove opzioni per la cura della casa e per il finanziamento delle cure.
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