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Le basi biologiche del suicidio

Ogni anno quasi 1 milione di persone in tutto il mondo muore per suicidio. E’ di fondamentale importanza una maggiore comprensione delle basi biologiche del comportamento suicidario in modo da poter realizzare nuovi interventi che possono ridurre la prevalenza di questa tragedia.
I fattori che contribuiscono al suicidio sono numerosi e spesso convergenti: la malattia psichiatrica, la droga, l’alcol, la genetica, ecc.
Il suicidio è strettamente collegato allo stress e comprenderne a fondo il modello viene considerato oggi il principale oggetto della ricerca. Il sistema serotoninergico e lo stress sono strettamente collegati e, insieme a meccanismi genetici, costituiscono la più importante base biologica del suicidio. I fattori ambientali interagiscono con questi fattori genetici e biochimici in un processo che può terminare nell’ideazione e comportamento suicidario. Inoltre esperienze infantili e recenti eventi avversi della vita possono, rispettivamente, predisporre e attivare la suicidalità. I disturbi mentali sono i più forti predittori di suicidio. Sebbene i disturbi affettivi e l’alcolismo siano particolarmente legati al suicidio, i meccanismi stressanti possono svolgere un ruolo anche in altre patologie. In particolare, lo stress post-traumatico è una sindrome da stress ben definita potenzialmente associata al suicidio. E’ pertanto una condizione interessante quando si cerca di chiarire la relazione tra stress e suicidio. Sono inoltre necessari studi di neuroimaging e fisiologici incentrati sul comportamento suicidario in pazienti con diagnosi di diverse condizioni patologiche. Una migliore comprensione del ruolo dello stress in tali condizioni sarà utile per distinguere le basi biologiche del suicidio e di sviluppare strategie di prevenzione più efficaci.
Allo stato è da tutti accettato che sono tre i meccanismi coinvolti nella fisiopatologia del suicidio: iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, disfunzione del sistema serotoninergico e iperattività del sistema noradrenergico. In quest’ambito il sistema serotoninergico sembrerebbe quello maggiormente interessato e l’individuazione precoce di una sua disfunzione ha, secondo molti autori, un potenziale diagnostico e terapeutico di grande importanza

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