- Pubblicato su Nature Reviews Neurology un articolo (link) sull’impiego ottimale della terapia trombolitica nell’ictus ischemico. Il trattamento, in uso da circa 15 anni, è efficace ma la sua diffusione è ancora modesta. Eppure gli sforzi intesi a modificare questo atteggiamento sono stati numerosi.
- In primo luogo sono state testate strategie per migliorare l’efficacia della trombolisi, anche con il ricorso ad altri agenti trombolitici.
- In secondo luogo si è cercato di allargare la finestra terapeutica da 4,5 ore fino a 6, o addirittura 9 ore, in pazienti selezionati sulla base della diagnostica per immagini. A tale scopo è stata tentatp anche il “congelamento” della penombra ischemica utilizzando tecniche di neuroprotezione.
- In terzo luogo, sono in corso tentativi per ridurre il rischio di emorragia intracerebrale sintomatica (che attualmente colpisce circa il 7% dei casi) sia ridefinendo i criteri di inclusioni in base all’imaging che attraverso il ricorso ad altri agenti trombolitici, dosi più basse di plasminogeno tissutale, biomarcatori alternativi e neuroprotezione.
- Infine, nel tentativo di includere più persone all’interno della finestra temporale attualmente accettata terapeutico, è indispensabile il miglioramento delle strategie di gestione preospedaliera: l’eliminazione dei ritardi preospedalieri e ospedalieri è una priorità indifferibile.
La review ha inoltre evidenziato come:
- la somministrazione endovenosa di attivatore tissutale del plasminogeno (tPA) 00-90 minuti dopo l’insorgenza dell’ictus raddoppia le probabilità di quasi completo recupero rispetto alla somministrazione a 3,0-4,5 h.;
- i nuovi agenti trombolitici in fase di sperimentazione in fase II e III dei test clinici sono desmoteplase e tenecteplase;
- i criteri per selezionare i pazienti con tessuto cerebrale vitale fino a 9 ore dopo l’insorgenza dell’ictus sono stati inclusi negli studi della trombolisi;
- l’ipotermia in combinazione con tPA può essere il modo più efficace per ‘congelare’ la penombra ischemica e deve essere testato da studi clinici;
- i protocolli che utilizzano approcci combinati per via endovenosa ed intra-arteriosa con tPA possono aumentare i tassi di ricanalizzazione;
- esiste una necessità urgente di aumentare la diffusione dell’utilizzo della trombolisi con l’uso di campagne di educazione pubblica e migliorando la gestione preospedaliera e ospedaliera.