Di estremo interesse l’articolo pubblicato sul Journal of Neuroscience (link). L’utilizzo della risonanza magnetica funzionale (fMRI) trova un’applicazione emergente nel trattamento della motricità delle persone con Parkinsn. La tecnica si basa sull’autoregolamentazione dell’attività cerebrale in tempo reale tramite feedback proveniente dalla risonanza magnetica funzionale (fMRI). Cinque pazienti hanno imparato a aumentare l’attività dell’area motoria supplementare con due sessioni di fMRI utilizzando l’immaginazione motoria. La regione cerebrale è stata attivata con diversi compiti motori e si è visto un miglioramento sia nella velocità del movimento (finger tapping) che alla valutazione clinica dei sintomi motori (37% di miglioramento alla UPDRS). L’attivazione durante il neurofeedback è stata osservata anche in altre aree motorie corticali e dei gangli basali, tra cui il nucleo subtalamico e il globo pallido, che sono collegati alla zona motoria supplementare (SMA) e sono nodi cruciali nella fisiopatologia della malattia di Parkinson. Un gruppo di controllo di cinque pazienti parkinsoniani, abbinati per gravità clinica e farmaci, ha seguito la stessa procedura, ma non riceveva un feedback sull’attività dell’area motoria supplementare (SMA). Questo gruppo non ha raggiunto il controllo dell’attivazione della SMA e non ha mostrato alcun miglioramento motorio. Questi risultati dimostrano che l’auto-modulazione dei circuiti motori cortico-sottocorticale può essere raggiunta dai pazienti PD attraverso neurofeedback e può portare a benefici clinici che non sono conseguibili dalla sola immaginazione motoria.
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