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Gaming: pro e contro dei videogiochi

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Gaming: in medio stat virtus

Giocare ai videogiochi, ovvero il “gaming”, come tante altre cose, ha sia aspetti positivi che negativi, per quanto riguarda lo sviluppo della mente. Ovvia l’affermazione che se si gioca troppo gli effetti positivi vengono offuscati da quelli negativi. Eppure, un giusto equilibrio può aggiungere un’altra risorsa per perseguire la realizzazione degli obiettivi educativi. Di conseguenza, sempre più programmi utilizzano il “gaming” per raggiungere e insegnare agli studenti in modi che non hanno mai potuto fare prima. Programmi di terapia, scuole e perfino ricercatori hanno tutti beneficiato dell’uso strategico di giochi per aumentare i successi. Il “gaming”, inoltre, richiede azioni ripetitive che rinforzano le connessioni cerebrali sottostanti ai processi di memorizzazione ed apprendimento.

Le strutture coinvolte sono:

  • corteccia premotoria e parietale, per giochi che richiedono un azione in tempo reale, tipo Space Invaders, con attivazione delle aree che controllano sensibilità e movoimento;
  • lobo frontale, che può essere sottoulizzato e determinare un alterazione dell’umore come dimostrato da uno studio che ha evidenziato la realizzazione del “cervello da videogame”;
  • corteccia prefrontale attivata da giochi che richiedono un pensiero logico, quali Othello e Tetris, controllando i processi di decision making;
  • striato attraverso il rilascio di dopamina, che è interessata in apprendimento e nei processi di ricompensa, durante i videogiochi;
  • corteccia del cingolo anteriore dorsale che controlla i processi cognitivi e la pianificazione e di cui è stata evidenziata la sua attivazione subito dopo aver sparato nei videogiochi del tipo spara-spara;
  • corteccia del cingolo anteriore rostrale e amigdala ovvero le aree che risolvono i conflitti emotivi e che mostrano una ridotta attivazione mentre si spara, verosimilmente per sopprimere la risposta emotiva che accompagna le azioni violente.

L’utilizzo frequente dei videogiochi violenti, in sintesi, riduce l’attività del lobo prefrontale, con alterazione dell’umore e dei comportamenti aggressivi, che può durare anche dopo la fine del gioco. E’ stato anche osservato che una settimana di “gaming” violento può portare ad una ridotta attivazione del lobo frontale inferiore sinistro durante l’esecuzione di compiti emozionali e della corteccia cingolata anteriore durante l’esecuzione di compiti numerici. I giocatori abituali di videogiochi violenti sono significativamente più ansiosi dei non giocatori. Giocare videogiochi violenti, infine, aumenta i pensieri, i sentimenti e i comportamenti aggressivi nel breve e lungo termine.
I pro dei videogiochi:

  • i giochi di squadra favoriscono la collaborazione;
  • i giochi che aiutano i bambini a gestire la salute sono più efficaci dei consigli medici;
  • migliorano l’abilità a ragionare e a risolvere nuovi problemi indipendentemente dalle conoscenze precedentemente acquisite;
  • possono migliorare la visione periferica, i compiti di ricerca e la coordinazione occhio-mano.

I contro dei videogiochi:

  • i contenuti violenti aumentano le risposte aggressive e la soppressione attiva alle risposte emotive;
  • il gioco prolungato può favorire l’obesità, problemi di attenzione e un cattivo rendimento scolastico;
  • aumentano il rischio di crisi epilettiche in persone con epilessia fotosensibile.

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