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generale Neurologia

Cellulari e cancro

Il 31 maggio l‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che i campi elettromagnetici a radio frequenza emessi dai telefoni cellulari sono “possibili cancerogeni”. Nei giorni scorsi Lancet Oncology ha pubblicato le evidenze e le argomentazioni di supporto a tale conclusione (link).
L’argomento ha suscitato un ampio dibattito che verte soprattutto sui limiti metodologici dello studio pubblicato, chiamato Interphone. Lo studio caso-controllo ha esaminato l’uso del cellulare in 2708 persone con glioma e 2972 ​​controlli e ha scoperto che per la maggior parte dei gruppi non c’è aumento del rischio di glioma, fatta eccezione per il gruppo con uso del telefono cellulare più intenso (> 1640 ore di utilizzo) che ha mostrato un aumentato rischio, maggiore sul lato della testa e nella parte del cervello dove l’esposizione sarebbe più alto. E’ stata anche dimostrata una correlazione tra esposizione a radiazioni elettromagnetiche da telefono cellulare e aumento del metabolismo cerebrale del glucosio, che è un marker della funzione cerebrale, nelle aree del cervello più vicine all’antenna del telefono cellulare. Quindi c’è sicuramente una risposta, fisiologica, nel cervello all’esposizione del telefono, che può essere attribuita alle radiazioni elettromagnetiche. Quale sia il significato preciso di quest’osservazione non è dato di sapere. Ma se da un lato non è improbabile che ci sia un aumento significativo del rischio di tumori cerebrali negli adulti, mancano dati per i tumori infantili e per periodi oltre i 15 anni. E’ pertanto opinione comune che, anche se con qualche incertezza, le prove accumulate non sono sufficienti a confermare l’ipotesi che l’uso del cellulare possa causare tumori al cervello negli adulti.

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