I sindacati umbri intervengono nelle tematiche relative all’invecchiamento attivo proponendo iniziative e suggerimenti utili al disegno di legge regionale in corso di definizione. Secondo i Confederati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil la legge deve essere “l’occasione per sostenere e riattualizzare tutta l’attività, sia propositiva che rivendicativa, degli anziani in Umbria … la legge va tradotta in fatti concreti e le nostre organizzazioni hanno indicato da tempo, anche attraverso la piattaforma unitaria dei pensionati umbri, quali sono le direzioni da prendere”. In Umbria gli over 60 sono 267.964, più donne che uomini e la percentuale dei non autosufficienti tra gli over 65 è dell’8,7%, ma sarà del 9,9% nel 2016 e il 10,3% nel 2020. La proposta prevede, tralaltro, la creazione di attività per anziani che producano “beni che né il settore dell’economia né il settore pubblico hanno interesse a produrre, (quali) l’uso del terreno agricolo pubblico senza fini di lucro” e la promozione del volontariato “che arricchisce l’offerta pubblica, ma non si sostituisce ad essa”. E ancora l’alfabetizzazione tecnologica, l’educazione permanente, teatro, lettura, incontri scuole-anziani e l’educazione permanente all’uso dei farmaci e dell’assistenza sanitaria. Fondamentale l’intervento sugli stili e gli ambienti di vita. Le città devono diventare a misura dell’anziano e delle persone diversamente abili e non manca un intervento preventivo radicale. Concludono i sindacati “per tutto questo è necessario che la Regione dell’Umbria approvi, con i suggerimenti da noi indicati e in tempi rapidi (possibilmente entro il 2012), il disegno di legge sull’invecchiamento attivo, fermo alla III commissione consiliare, per poi, insieme alle forze sociali e agli Enti locali, concordare un progetto complessivo che impegni, ribadiamo, risorse economiche adeguate nel tempo e implichi un approccio culturale diverso, mediante un cambio di mentalità”.