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Psichiatria

25 anni di nuovi antidepressivi

E’ innegabile che tra i nuovi farmaci gli antidepressivi SSRI hanno rappresentato un’innovazione significativa e di indubbia utilità. Supportati da un grande rilievo della stampa, scientifica e non, la “pillola della felicità”, capostipite il Prozac, per molti è una pietra miliare. Ma è tutto oro quello che luccica? Un interessante articolo dello psichiatra americano David Healy (link) offre spunti di riflessione interessanti e sconcertanti. Innanzitutto à possibile che ci siano tanti depressi in giro per il mondo? Prima del Prozac 1 persona su 10000 veniva ricoverato per depressione; adesso si sostiene che il 10 per cento della popolazione ne è affetto e il dubbio è che ora definiamo “depresso” anche chi è solo ansioso. Sei milioni di depressi in America, altrettanti in Europa, prendono un antidepressivo. Applicando poi i principi della Freak economy risulta anche che sono aumentati i suicidi (2000-2500 in più per anno) e gli episodi di violenza (1000-1500) ivi comprese le prima sconosciute stragi di massa. E ancora 6000 malformazioni congenite da utilizzo di SSRI in gravidanza e trentamila aborti spontanei. Ma anche quelli nati sani sembrano più soggetti a ritardo cognitivo e disturbi autistici. Ma la cosa più grave è stata la perdita progressiva dell’approccio olistico alla persona: gli psichiatri sono sempre più intenti a compilare prescrizioni con combinazioni di farmaci e sempre meno inclini a parlare con le persone. L’autore conclude “venticinque anni fa, nessuno avrebbe creduto che un farmaco meno efficace per i nervi o la melanconia di eroina, alcol o dei più vecchi ed economici antidepressivi avrebbe potuto essere portato sul mercato e che, quasi come una questione di politica nazionale, le persone venissero incoraggiate ad assumerli per tutta la vita”

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